La class action dei Piccoli
Comuni, sostenuta da ASMEL, contro le norme sull’obbligo di gestire in forma
associata le funzioni fondamentali palesemente inapplicabili, diseconomiche e
lesive dell’autonomia costituzionale dei Comuni Italiani ha registrato la prima
vittoria.
I motivi di censura in ordine alla
legittimità costituzionale del vincolo previsto dall’art. 14 del DL n. 78/2010
e attualmente prorogato al 31.12.2016 dal D.L. n. 201/2015, sono stati
analizzati dal Tribunale Amministrativo nell’Udienza del 4 marzo scorso.
Il Ministero dell’Interno,
controinteressato, si è costituito, assieme a quattro Prefetture campane. Ciò
nonostante, il Tribunale ha contestato la carenza di argomentazioni e
documentazione a suffragio delle tesi ministeriali. Pertanto, ha emanato
un’Ordinanza per acquisire dall’Amministrazione centrale «documentati
chiarimenti in relazione alle censure e ai profili di contestazione evidenziati
dalle Amministrazioni locali ricorrenti». In particolare, i Giudici hanno precisato
che «tale adempimento istruttorio deve essere adempiuto dal Ministero
dell’Interno entro il termine di 120 giorni dalla comunicazione o, se
anteriore, dalla notificazione del presente provvedimento».
Ricordiamo che il 9 luglio 2015 si
era svolta, presso il TAR Lazio l'udienza sul ricorso presentato dai piccoli
Comuni italiani, con il supporto di ASMEL "per l'annullamento o la
disapplicazione della nota 12 gennaio 2015 del Ministero dell'Interno, per
sostenere l'illegittimità costituzionale dell'art. 14, comma 28, d.l. n. 78 del
2010, al fine della rimessione alla corte costituzionale della questione da
parte del giudice amministrativo.
Il Tribunale AVEVA preso atto
della rilevanza della questione e AVEVA accolto la richiesta di una trattazione
nel merito pur evidenziando l’assenza di una lesione immediata atta a
giustificare la sospensiva, visto che il Governo ha ulteriormente rinviato la
decorrenza della norma. Clicca
qui per un riepilogo sulla class action dei Piccoli Comuni
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