Caro Sindaco,
apprendiamo che
nella tua mail è apparsa una NOTA ANCI PER UNA GIUSTA INFORMAZIONE in risposta
a una asserita “grave campagna di disinformazione condotta da Asmel in
stretto raccordo con Anpci”.
Nel solito
stile, la mail non contiene firma e nemmeno un saluto.
Abituati
all’autoreferenzialità, i burocrati dell’ANCI reagiscono con stizza al
MANIFESTO “I Comuni: una risorsa, non un problema” recentemente approvato
all’unanimità nell’Assemblea ASMEL e condiviso da ANPCI.
Stiamo
semplicemente rappresentando gli interessi dei Comuni italiani, in particolare,
di quelli medi e piccoli e contrastando il pensiero unico di ANCI, sempre più
impegnata a promuovere l’accorpamento coatto, tramite Unioni (ma anche
fusioni!), incurante degli interessi della base associativa e del principio di
volontarietà.
L’allegato “I fautoridell’accorpamento” dimostra che si parte dal 2009, con Angelo Rughetti, a
sostenere che “l’Unione dei Comuni deve diventare il modello
ordinamentale di gestione associata unico”! Nel maggio successivo,
Calderoli lo prende in parola e vara il famigerato DL. 78/2010 con l’obbligo di
accorpamento rivolto solo ai Comuni sotto i 5.000 abitanti. Fummo facili
profeti a pronosticare che la norma non avrebbe avuto seguito, perché concepita
e scritta da chi nemmeno conosce le realtà territoriali. Ecco, ad ottobre 2014,
Piero Fassino, alza l’asticella e tuona sulla “necessità di
scendere dagli 8.000 Comuni italiani a 2.500, azzerando i Comuni con meno di
15.000 abitanti”.
Vero o no
che, a seguito del nostro invito a dimettersi per queste autentiche bestemmie,
sul sito ANCI è stato oscurato il Comunicato che le riportava?
E che da allora,
l’asticella è stata alzata al massimo, mandando in giro a promuovere gli
accorpamenti forzosi tal Matteo Ricci, V. Presidente ANCI, per il quale,
addirittura: “occorre superare il livello demografico e riferirsi a
bacini omogenei entro i quali invitare i Comuni a cooperare volontariamente”
(sic!). “I Sindaci saranno in prima linea, giocando all’attacco. Se
non accetteranno la sfida, se mancheranno nelle decisioni della riorganizzazione,
la Regione potrà subentrare come potere sostitutivo” (!).
Delle due l’una:
o gli mettono la camicia di forza oppure convocano i Comuni, spiegando loro
perché è giusto che gli elettori eleggano un Sindaco spogliato delle sue
competenze.
Riguardo, poi
alle due Circolari del Ministero dell’Interno del Gennaio 2015 e all’asserita
mancata citazione da parte di ASMEL della seconda, i fatti sono i seguenti.
Il 12 Gennaio
2015, il Ministro Alfano, invia la prima Circolare ai Prefetti intimando,
previa diffida, il Commissariamento dei Comuni risultati inadempienti agli
obblighi di cui al DL 78/2010 e s.m. e i.
ASMEL risponde
con una Circolare al Ministero e a tutti i Prefetti diffidandoli, a sua volta,
rispetto al rischio di procurato danno erariale: si trattava di nominare
migliaia di Commissari prefettizi destinati a rientrare a mani vuote, visto che
la norma era non solo incostituzionale, ma soprattutto inapplicabile, come
abbiamo documentato. Risultato: il Ministero emana la seconda Circolare (cui si
riferisce il Comunicato ANCI) e avendo ben capito l’antifona, stavolta invita i
Prefetti ad ascoltare i Comuni sulle difficoltà applicative. Beninteso accompagnati
da ANCI. Proprio l’Associazione che da anni propugna l’accorpamento
coatto!
Nel frattempo
qualcuno deve aver spiegato ad ANCI i motivi dell’inapplicabilità della legge
(per non parlare del rischio di incostituzionalità) ed infatti oggi la sua
linea è quella dell’accorpamento coatto superando il limite
demografico. Della serie: accorpiamoli tutti, non solo i piccoli!
Mentre ANCI
si nasconde goffamente alle spalle di Governo e Regioni, ASMEL non sta con le
mani in mano.
Con la seconda
circolare, goffa ed indecisa, il Ministero aveva commesso un errore grave!
Aveva dimenticato di annullare la prima. Quella con l’obbligo di
Commissariamento.
Piuttosto che
mettere in evidenza l’errore di ANCI, che ne mena pure vanto, abbiamo pensato a
promuovere (raccogliendo in poco tempo 212 delibere di adesione) il ricorso al
TAR per l’annullamento del provvedimento con contestuale richiesta al
Giudice di trasmettere gli atti alla Consulta perché si esprima sulla
incostituzionalità della norma.
Prossima tappa: TAR
Lazio, 16 ottobre 2016. ANCI è invitata.
Cordiali saluti
e buon lavoro
Francesco Pinto, segretario generale Asmel
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