giovedì 12 maggio 2016

ANCI: ACCORPATE TUTTI I COMUNI, NON SOLO I PICCOLI

Caro Sindaco,

apprendiamo che nella tua mail è apparsa una NOTA ANCI PER UNA GIUSTA INFORMAZIONE in risposta a una asserita “grave campagna di disinformazione  condotta da Asmel in stretto raccordo con Anpci”.
Nel solito stile, la mail non contiene firma e nemmeno un saluto.
Abituati all’autoreferenzialità, i burocrati dell’ANCI reagiscono con stizza al MANIFESTO “I Comuni: una risorsa, non un problema” recentemente approvato all’unanimità nell’Assemblea ASMEL e condiviso da ANPCI.
Stiamo semplicemente rappresentando gli interessi dei Comuni italiani, in particolare, di quelli medi e piccoli e contrastando il pensiero unico di ANCI, sempre più impegnata a promuovere l’accorpamento coatto, tramite Unioni (ma anche fusioni!), incurante degli interessi della base associativa e del principio di volontarietà.
L’allegato “I fautoridell’accorpamento” dimostra che si parte dal 2009, con Angelo Rughetti, a sostenere che  “l’Unione dei Comuni deve diventare il modello ordinamentale di gestione associata unico”! Nel maggio successivo, Calderoli lo prende in parola e vara il famigerato DL. 78/2010 con l’obbligo di accorpamento rivolto solo ai Comuni sotto i 5.000 abitanti. Fummo facili profeti a pronosticare che la norma non avrebbe avuto seguito, perché concepita e scritta da chi nemmeno conosce le realtà territoriali. Ecco, ad ottobre 2014, Piero Fassino, alza l’asticella e  tuona sulla “necessità di scendere dagli 8.000 Comuni italiani a 2.500, azzerando i Comuni con meno di 15.000 abitanti”.
Vero o no che, a seguito del nostro invito a dimettersi per queste autentiche bestemmie, sul sito ANCI è stato oscurato il Comunicato che le riportava?
E che da allora, l’asticella è stata alzata al massimo, mandando in giro a promuovere gli accorpamenti forzosi tal Matteo Ricci, V. Presidente ANCI, per il quale, addirittura: “occorre superare il livello demografico e riferirsi a bacini omogenei entro i quali invitare i Comuni a cooperare volontariamente” (sic!). “I Sindaci saranno in prima linea, giocando all’attacco. Se non accetteranno la sfida, se mancheranno nelle decisioni della riorganizzazione, la Regione potrà subentrare come potere sostitutivo” (!).
Delle due l’una: o gli mettono la camicia di forza oppure convocano i Comuni, spiegando loro perché è giusto che gli elettori eleggano un Sindaco spogliato delle sue competenze.
Riguardo, poi alle due Circolari del Ministero dell’Interno del Gennaio 2015 e all’asserita mancata citazione da parte di ASMEL della seconda, i fatti sono i seguenti.
Il 12 Gennaio 2015, il Ministro Alfano, invia la prima Circolare ai Prefetti intimando, previa diffida, il Commissariamento dei Comuni risultati inadempienti agli obblighi di cui al DL 78/2010 e s.m. e i.
ASMEL risponde con una Circolare al Ministero e a tutti i Prefetti diffidandoli, a sua volta, rispetto al rischio di procurato danno erariale: si trattava di nominare migliaia di Commissari prefettizi destinati a rientrare a mani vuote, visto che la norma era non solo incostituzionale, ma soprattutto inapplicabile, come abbiamo documentato. Risultato: il Ministero emana la seconda Circolare (cui si riferisce il Comunicato ANCI) e avendo ben capito l’antifona, stavolta invita i Prefetti ad ascoltare i Comuni sulle difficoltà applicative. Beninteso accompagnati da ANCI. Proprio l’Associazione che da anni propugna l’accorpamento coatto! 
Nel frattempo qualcuno deve aver spiegato ad ANCI i motivi dell’inapplicabilità della legge (per non parlare del rischio di incostituzionalità) ed infatti oggi la sua linea è quella dell’accorpamento coatto superando il limite demografico. Della serie: accorpiamoli tutti, non solo i piccoli!
Mentre ANCI si nasconde goffamente alle spalle di Governo e Regioni, ASMEL non sta con le mani in mano.
Con la seconda circolare, goffa ed indecisa, il Ministero aveva commesso un errore grave! Aveva dimenticato di annullare la prima. Quella con l’obbligo di Commissariamento.
Piuttosto che mettere in evidenza l’errore di ANCI, che ne mena pure vanto, abbiamo pensato a promuovere (raccogliendo in poco tempo 212 delibere di adesione) il ricorso al TAR per l’annullamento del provvedimento con contestuale richiesta al Giudice di trasmettere gli atti alla Consulta perché si esprima sulla incostituzionalità della norma.
Prossima tappa: TAR Lazio, 16 ottobre 2016. ANCI è invitata.
Cordiali saluti e buon lavoro


                                                                                       Francesco Pinto, segretario generale Asmel 

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