venerdì 15 luglio 2016

Il Sindaco di un Comune medio/piccolo come successore di Fassino - Comunicato Asmel

Caro Sindaco,
M5S accusa ANCI, la principale Associazione dei Comuni italiani, di essere divenuta una succursale del PD. Si tratta di un’accusa ingenerosa ed ingiusta.
In questi ultimi anni, ANCI si è piuttosto caratterizzata come succursale dei diversi Governi che si sono succeduti, a prescindere dal colore politico.
Solo così si spiega l’acquiescenza a una lunga stagione di tagli e, cosa ancora più grave, alle scelte sugli accorpamenti coatti, attraverso processi di fusione o unione obbligatoria di tutti i Comuni non capoluogo.
Su questo ultimo fronte, però, la “cinghia di trasmissione” finora non ha funzionato per la fiera opposizione di ASMEL ed ANPCI, l’Associazione dei piccoli Comuni.
Ma la battaglia è solo rinviata a dopo il referendum, in perfetto accordo tra Governo ed ANCI. Accordo confermato nel recente incontro in Via dei Prefetti, sede dell’Anci, alla presenza del Ministro Costa e dei Sottosegretari interessati. L’obbligo di accorpamento non sarà più legato al numero degli abitanti, ma esteso a tutti i Comuni non capoluogo attraverso “ambiti ottimali” individuati dalle Regioni. Sono previste una serie di misure a sostegno della manovra. Incentivi a chi collabora e tagli a chi fa resistenza, con il Commissariamento come prospettiva finale per i più riottosi.
Dalla fine della prima Repubblica ad oggi, si sono succeduti alla Presidenza dell’ANCI solo Sindaci di Comuni capoluogo (Scarica QUI' la tabella), nonostante l’Associazione sostenga di rappresentare tutti i Comuni anche i più piccoli. Dopo le dimissioni di Fassino, perché non individuare, come successore, un Sindaco di un Comune non capoluogo?
Nei Comuni piccoli e medi si impara presto a governare le macchine burocratiche , perché “il controllo sociale” dei cittadini è più forte e stringente. Difficilmente, dunque, il nuovo Presidente si farà imbeccare dall’apparato centrale ANCI, un autentico centro di potere, consolidatosi grazie alla presenza “istituzionale” nella Conferenza Stato Città, un’Istituzione, sconosciuta ai più, all’interno della quale passano tutte le scelte che riguardano gli Enti Locali.
ANCI deve decidere “cosa fare da grande”: l’Istituzione o l’Associazione. Nel primo caso, deve smettere di chiedere contributi ai Comuni e farsi sostenere dallo Stato. Nel secondo caso, deve essere capace di reggersi con i soli contributi dei Soci. Oggi, invece, fa le due cose insieme.
Se ANCI riprenderà coscienza del proprio ruolo e ritornerà ad atteggiarsi come Associazione, si aprirà una nuova stagione di protagonismo dei Sindaci e il Governo prenderà atto che i Comuni rappresentano una risorsa e non un problema. Troverà al suo fianco anche le altre Associazioni di Enti Locali. Perché uniti si vince.
I Comuni Italiani, una risorsa non un problema è proprio il titolo del Manifesto approvato all’unanimità nella recente Assemblea ASMEL (Scarica QUI' il manifesto). Contiene tra l’altro, nel caso di affermazione della riforma costituzionale, la proposta di disegnare Collegi elettorali a misura Comuni piccoli e medi.
Per affiancare ai Sindaci dei Comuni capoluogo, di fatto già previsti, i rappresentanti degli altri territori, dove vive il 70% degli Italiani.
Cordiali saluti e buon lavoro
Francesco Pinto, Segretario generale ASMEL

2 commenti:

  1. da VICESINDACO Comune Atrani
    ho letto di buon grado la proposta ... a questo punto, non per campanilismo, io proporrei il Sindaco di Atrani... Comune più piccolo d'italia per estensione: sarebbe un chiaro esempio di cambio di rotta.

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  2. DA il SINDACO DI LOCOROTONDO
    In riferimento alla proposta/provocazione del segretario generale
    ASMEL, Francesco Pinto, non posso che esprimere il mio pieno consenso a questo fatto rilevante.Anci è un ente fondamentale per garantire quel federalismo sussidiario di cui tutti gli amministratori ed il governo nazionale parlano, ma che concretamente si realizza poco o per niente.
    Non voglio ribadire la necessità di dislocare lungo la penisola la
    provenienza del Presidente, ma nell'analisi fatta dal Segretario Pinto
    emerge la marginalità che le Regioni del Centro e del Sud hanno anche
    in questo ambito. Non è un piangersi addosso, lungi da me voler agire
    sul sentimentalismo o sul piagnisteo, ma è un dato di fatto.
    Così come emerge la preponderanza dei Capoluoghi. I grossi centri
    urbani, in cui si concentrano i maggiori distaccamenti pubblici,
    amministrativi-sanitari-di sicurezza, non hanno alcuna idea delle
    problematiche che vivono le periferie. Ricordo che sul sito dell'Anci è
    rioprtato il principale obbiettivo che l'associazione/istituzione si
    propone:
    "Al centro di tutti i centri Obiettivo fondamentale dell'attività dell'ANCI è rappresentare e tutelare gli interessi dei Comuni di fronte a Parlamento, Governo, Regioni, organi della Pubblica Amministrazione, organismi comunitari,Comitato delle Regioni e ogni altra Istituzione che eserciti funzioni pubbliche di interesse locale".
    La Puglia, la Basilicata, la Campania in particolar modo, ma tutte le
    Regioni del Sud hanno una consapevolezza politica nuova, diversa,
    riflesso di una partecipazione attiva della cittadinanza che necessita
    di istituzioni/enti capaci di raccogliere questa maggiore coscienza
    civica. E Anci potrebbe rappresentare in tal senso un'opportunità.
    Ci sono Comuni piccoli, come quello che rappresento, che sono riusciti
    ad emergere grazie alle capacità politiche ed amministrative di chi li
    gestisce, ma anche grazie alla partecipazione attiva dei cittadini,
    senza usufruire di agevolazioni finanziarie provenienti da enti
    pubblici. A queste realtà credo sia giusto dare spazio in Anci, per
    innescare circoli virtuosi, per favorire la collaborazione fra i
    Comuni, la diffusione di esempi di buone pratiche. Anche per proiettare a
    livello nazionale le piccole realtà e "pensare in grande" anche la
    politica amministrativa. Una provocazione, a questo punto, vorrei lanciarla io. Anci dovrebbe essere la fucina di coloro che hanno esperienza amministrativa e politica, di amministratori attenti al territorio e premiati da esso. A rappresentare i Comuni d'Italia dovrebbero essere coloro che nelle elezioni amministrative, le uniche in Italia in cui c'è il confronto diretto con il cittadino, hanno ottenuto la fiducia ed il consenso degli elettori. Nell'Anci dovrebbe esserci chi amministra, secondo il principio del "buon padre di famiglia", da tempo e con risultati
    concreti un territorio dal quale è riconosciuto ed apprezzato. Anci
    dovrebbe essere da stimolo a tutti gli amministratori d'Italia a fare
    sempre bene e meglio per rispetto dei cittadini dai quali hanno
    ottenuto non solo il voto, ma il proprio territorio, il proprio presente ed il proprio futuro.

    Sono pienamente d'accordo con il Segretario Pinto: momento di svolta è
    la parola chiave per Anci. Io sono pronto al cambiamento e sono pronto a spendermi per esso

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